Notizie da Pujehun

Pujehun 6 aprile 2023

Carissimi,

A quindici giorni dal nostro arrivo in Sierra Leone vi mandiamo le prime note di questa nuova avventura in terra d’Africa.

L’impatto emotivo è stato quello di una specie di ritorno a casa, il riapparire di emozioni che giacevano quiete nei nostri ricordi e che sono riaffiorate improvvisamente come un fuoco che si riattiva sotto le braci.

I suoni, i colori, le voci, i contrasti di questa terra ci sono apparsi subito familiari, come se solo ieri ci fossimo lasciati. Così il caos e il trambusto del traffico di Freetown, con automobili, motorini e carrette a motore che si intrecciano in un via vai apparente precario, ma incredibilmente regolarizzato, come una massa indefinita di una enorme materia vivente. 

Poi la strada per Pujehun, quegli interminabili 350 km, affiancati da villaggi che si stemperano lungo la via, le capre che improvvisamente e inopinatamente attraversano la strada obbligando il nostro autista a frenare bruscamente. Ma tutto ci sembra familiare, come la sosta al mercato di Bo, una città a circa cinquanta chilometri dalla nostra meta, al cui mercato ci fermiamo per rifornirci di alimentari che a Pijehun non si trovano. Anche qui il vociare delle donne ai banchi del mercato, la ressa degli avventori, le contrattazioni, tutto avviene secondo un rituale antico e apparentemente immutato. 

La gente appare cordiale sin da subito, gentile e rispettosa, forse le nostre divise del CUAMM ci caratterizzano, ci conoscono.

Ci viene da sorridere a tutti, agli uomini con i tonaconi fino ai piedi, alle donne con il velo islamico, ma ci sono anche quelli e quelle vestite all’occidentale, ma anche e soprattutto ai bambini che sgattaiolano tra un banco e l’altro e ti offrono la loro frutta che portano su vassoi sulla testa, tutto in una miscellanea di colori e pensieri che convive serenamente.

Mentre scriviamo queste note ci giungono in casa le note melanconiche del Muezzin della piccola moschea di Pujehun, che ci ricorda che la vita, per quanto precaria e difficile, dipende da Dio e da Dio ci viene donata.

Tra qualche giorno sarà Pasqua, la festa della vita che rinasce. Questo evento in Europa si accompagna anche a un risveglio stagionale della natura, quella natura da noi maltrattata e dolorante. Qui le stagioni si susseguono in modo meno evidente, il risveglio della vita lo possiamo vedere tutte le mattine incrociando frotte di bambini che vanno a scuola, con le loro divise semplici, con gli occhi accesi di speranza pur nella precarietà che distingue questa parte del mondo e che ti salutano incuriositi e sorridenti.

Forse qui la Pasqua è una speranza di tutti i giorni, di tutte le mattine, la speranza di una vita che continua nonostante tutto.

La resurrezione dovrebbe essere rinascita di nuova consapevolezza, che compete soprattutto a noi occidentali su cui pesa la responsabilità più grossa dello sfruttamento di questo unico pianeta su cui siamo chiamati a vivere.

Buona Pasqua a tutti.

Daniela e Gelmino

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